Molte delle proprieta' chimiche degli elementi variano periodicamente lungo la tavola periodica (che si chiamera' ``periodica'' per qualche motivo!)
La definizione di raggio atomico non e' banale, visto che gli elettroni sono descritti da funzioni d'onda che si estendono teoricamente all'infinito. Tuttavia, per molecole biatomiche omonucleari gassose (es. ) e' possibile determinare sperimentalmente la distanza tra i due nuclei: il raggio atomico viene quindi preso come la meta' di tale distanza; i raggi atomici cosi' determinati possono essere usati per assegnare il raggio atomico ad altri elementi. Ad esempio, e' possibile misurare la distanza internucleare tra carbonio e idrogeno nel metano : sottraendo da tale valore il raggio atomico dell'idrogeno precedentemente determinato, si ottiene il valore del raggio atomico del carbonio.
Dall'analisi dell'andamento del raggio atomico in funzione del numero atomico, si puo' vedere che esso diminuisce lungo un periodo e aumenta scendendo in un gruppo. Tale andamento puo' essere razionalizzato sulla base dei concetti finora appresi. Spostandosi da sinistra verso destra lungo un periodo, si aggiungono protoni al nucleo ed elettroni allo strato esterno dell'atomo. I protoni aggiunti determinano un aumento della carica nucleare ``nominale'', ma i corrispondenti elettroni addizionali non operano un effetto di schermatura cosi' efficace come quello realizzato dagli elettroni degli strati interni (che sono piu' vicini al nucleo): la conseguenza e' che la carica nucleare efficace aumenta, provocando una contrazione delle dimensioni atomiche. Scendendo lungo un gruppo, la configurazione elettronica rimane la stessa, a parte un incremento del numero quantico principale : un incremento di comporta una maggiore distanza media degli elettroni dal nucleo. Tale maggiore distanza elettroni-nucleo non viene compensata dall'aumento della carica nucleare e il risultato e' una generale espansione del volume atomico.